sabato 16 gennaio 2016

pena

Stamattina mi è tornata in mente una serata di circa un anno fa, in cui organizzamo un reading di poesie + cena, con letture di testi di tutti i nostri autori, di Ennio Flaiano e stralci della vita di Monk, e avevo alle mie spalle un ragazzo che, per tutto il tempo, ha emesso sospiri di vera sofferenza, e diceva "o mio dio è poesia, è una serata di poesia, mio dio" boccheggiando nervoso per farsi sentire dai suoi compagni di tavolo, come un bambino che voglia punirli per essere stato portato lì con l'inganno. A recitare i nostri testi era un attore televisivo e magari loro si aspettavano altro, ma adesso si trovavano a una serata di poesie, e non potevano scappare, avendo già pagato la cena. Insomma, alla fine una sua compagna si è presa la briga di fare la matura, e lo ha zittito perché cominciava a dar fastidio a tutti. Eppure ho avuto pena per lui, mi sono immaginato che deve aver avuto qualche trauma infantile, tipo che il maestro l'avesse punito per aver balbettato una volta di troppo sul Passero solitario o su Rio Bo, oppure che si è incartato sulla poesia per la festa del papà e dopo non gli hanno dato la fetta di dolce. Son cose, queste, che ti segnano dentro per sempre.

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