Pensavo una cosa stamattina, intontito dal sonno, che a parte alcune decise eccezioni, moltissimi miei amici o sono piddini che negano di esserlo, o sono pentastellati che negano di esserlo, oppure son di destra (qualsiasi destra) ma negano di esserlo. Tutti, o quasi, vivono nel dubbio o nella negazione. E alla fine nessuno di loro sa più di preciso chi è, e cosa vuole, ma solo quello che non vuole (come nella poesia di Montale). E così nemmeno io che li guardo, certe volte, so più chi sono, perché quando dici: IO SONO, lo fai sempre in relazione agli altri, o in confronto a loro. Un IO SONO nel deserto semplicemente non è. Così, mi accorgo, spesso vince chi è più convinto, ma se ha torto o ragione poco importa. Oppure chi è più sciocco, e non si pone manco il dubbio.
1 commento:
Mi pare che il disastro della politica di oggi non sia che un nodo che finalmente viene al pettine: quello di aver cercato «identità» in un'idea politica; uno sforzo inutile e sbagliato, che perverte la politica e tradisce l'identità. È quello delle anime benintenzionate e perniciose che votano, o più spesso non votano, per «sentirsi rappresentate».
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