Spesso mi si paracula perché scrivo troppo sui social, ma quello che scrivo non è che il 10% di quello che vivo e provo e ciò che non dico è sempre tanto di più di quello che mostro. A chi pensa di avere tutte le risposte solo perché legge i miei post, perché magari lo faccio ridere con le mie disavventure, delle volte viene quasi da rispondere: ma tu che sai di me? Il mio 2017 è stato un anno orribile, pieno di perdite e di lutti, di ansie e di paure, in cui hanno prevalso la solitudine e la sfiducia, in cui credo di essere stato per gli altri una persona peggiore di quello che potrei. Che cosa ho imparato da tutta questa sofferenza? La domanda resta irrisolta. Me ne rammarico, ma non ci si può fare più nulla, bisogna guardare avanti e sperare che il futuro possa rivelarci nuovi paesaggi che finora non avevamo considerato. Perciò auguro a tutti, me compreso, di avere più fortuna.
(Post scritto la notte di Natale ma intercambiabile a piacere col Capodanno o col mio compleanno, tanto l'umore sarà uguale).
2 commenti:
Ohi ohi, io ti auguro un raggio caldo di sole che ti faccia guardare lontano, tutta la Val d'Itria, che scaldi le ossa, che faccia rifluire il sangue nelle vene, che regali voglia e curiosità, che apra le orecchie a nuove musiche e linguaggi. A volte lo si aspetta e tarda ad arrivare, ma poi torna, basta avere la pazienza di un gatto
i gatti dormono tanto apposta, per meglio aspettare :)
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