mercoledì 19 dicembre 2018

note sul commissario magrelli

«Tranne pochi casi, tranne qualche eccezione, i gialli sono incantevoli passatempi. Basta mettersi d’accordo: per me la letteratura non serve a passare il tempo, cioè ad ‘ammazzarlo’ (tanto per restare in tema). La mia non vuole essere una visione elitaria, ma di ricerca. Pur condividendo con la narrativa d’intrattenimento il rispetto per la comunicazione con il lettore, per me letteratura significa altro.» Lo dice Valerio Magrelli in una intervista uscita oggi sul Libraio, a proposito del suo ultimo libro che però è, effettivamente, un passatempo, nulla di più e nulla di meno. Rispetto molto Magrelli e mi piace e difendo la sua continua voglia di fregarsene degli status e di sperimentare (in ogni caso lo pubblica Einaudi, quindi che problema c'è). Ciò premesso, del Commissario Magrelli, al di là del fatto che mi fa molta simpatia non si può dire altro e aggiungo, anche se immagino sia successo per motivi commerciali, che per me è stato un bene che non sia stato inserito ne Le cavie, antologia che raccoglie tutte le sue poesie. Sarebbe stato un ultimo capitolo in minore che Magrelli poeta non si merita.

Nessun commento: