Da
 tutta la vita ho a che fare con Pirro, il più famoso dei miei 
concittadini, cavaliere senza gloria e senza drago, che nel XV secolo 
fece edificare, poco fuori dal paese, una chiesetta riccamente addobbata
 che ne magnificasse il nome. La chiesetta nel tempo è stata fagocitata 
dal borgo e depredata da chiunque, e ora resta come un guscio vuoto in 
cui i turisti si rifugiano in estate dal caldo. In fondo, di lato, quasi
 abbandonata vicino all'altare del suo modello San Giorgio in perenne 
lotta col drago, c'è la statua di Pirro che continua a pregare in 
ginocchio, devoto, e a guardare in alto, forse sperando in una qualche 
risposta sul perché ad alcuni tocca un destino e ad altri no.

 
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