Ieri leggevo questa cosa a cui non so se credere. Un articolo diceva che un uomo che fuma più di cinque sigarette al giorno inquina, in termini di CO2 immesso nell’aria, quanto una vecchia locomotiva a gasolio. Mi sembra troppo. Eppure non credo nemmeno a chi dice che più inquinante del traffico automobilistico è l’inquinamento aereo. Faccio un esempio. Solo nel mio paesino – 14.000 abitanti, circa 3-4.000 nuclei famigliari, una media di due o tre auto per nucleo famigliare – circoleranno in media 11.000 automobili. Possibile, mi chiedo, che 11.000 auto in movimento in una qualsiasi giornata dell’anno inquinino meno di un viaggio in aereo? C’è chi lo pensa. La verità, però, è che sappiamo le cose a metà, non siamo così ben informati come pensiamo. E credo che invece sarebbe utile, se vogliamo fare qualcosa, che qualcuno ci dia delle istruzioni chiare, su cosa fare per contribuire alla salvezza dell’ambiente. Delle misure semplici e precise, delle regole da rispettare. Delle multe come si deve. E non solo la promessa che entro il 2050 ridurremo questo e quello a livello mondiale. Perché quello per me non significa un bel niente di preciso, secondo me significa solo che si vuole cambiare tutto senza cambiare niente, cercare di mettere le pezze a colori continuando a considerare le persone come mucche da mungere in un sistema di mercato che resta identico nella sua filosofia. Mentre mi pare che il primo passo da fare per salvare il mondo sia dire alle persone come stanno le cose, che sono responsabili come tutti gli altri. Mollare una sberla se occorre. E dire loro che se usano l’auto solo un’ora al giorno, se riducono gli spostamenti, se mangiano meno carne, se fumano due sigarette invece di due pacchetti al giorno, se fanno queste semplici cose, già contribuiscono effettivamente a salvare il pianeta. Lo trovo molto più utile che ripetere: “Fate i bravi, state zitti, ci pensiamo noi”. Si è visto come ci hanno pensato loro finora. E aggiungo che anche noi dovremmo farci un esame di coscienza ogni tanto, su cosa è davvero utile e su cosa no. L’altro giorno parlavo con due amici. Lei mi diceva che una delle cose più belle, ma proprio più belle del lockdown, era vedere le strade vuote, senza più macchine. Di notte si dormiva, ma soprattutto le strade non erano costellate di cadaverini. Ricci, gatti, cani, volpi, tutti democraticamente investiti e lasciati a morire sull’asfalto in nome della nostra ritrovata libertà di movimento. Lui le rispondeva che c’entra, certo mi dispiace se investo un riccio, ma io mi devo muovere, e se quello si ferma sulla strada io che devo fare? che detta così sembra un duello all’ultimo sangue, mezzogiorno di fuoco, dove ci sono i buoni e i cattivi e, dalla parte del riccio, vincono sempre i cattivi.
Nessun commento:
Posta un commento