Stamattina,
ripensando a quella frase infelice ma tutto sommato sensata di Orsini,
che si può essere felici anche sotto dittatura, ho ricordato mio nonno
cresciuto nel fascismo, e anche lui è stato un uomo felice. Mio nonno
era un contadino del sud, quindi era fascista e realista (cioè credeva
al re e al duce) e una volta che gli chiesi del duce mi disse che da
soldato, prima di finire prigioniero in Grecia (dove andò da
conquistatore e finì conquistato), lo aveva anche incontrato (“un
bell’uomo!” me lo descrisse). Mio nonno era un contadino senza diritti, a
tratti disprezzato da mio padre e mio zio perché lavorava come una
bestia da soma dall’alba al tramonto, senza mai ribellarsi al padrone, e
se alzava la voce era solo per prendersela con mia nonna. E quando è
morto, dopo una vita di lavoro, aveva una pensione vergognosa, eppure
mio nonno è stato un uomo felice, davvero, perché la vita nei campi gli
piaceva e credeva in Dio e in una vita dopo la morte in cui rifarsi. Non
solo, mio nonno viveva in un paese talmente felice che qui al
referendum votarono monarchia, ma la base politica del nostro borgo
resta tuttora fascista. E solo quei tre o quattro infelici, ovvero
socialisti e antifascisti, non se la passavano bene. Era un paese
talmente felice il nostro che persino Bianciardi quando venne a viverci
per qualche mese ne restò disgustato. Perché la verità è questa, si è
felici solo a patto di ingoiare le cose, se appena appena ti si fermano
in gola allora sei già condannato all’infelicità. E la colpa è tutta tua
che non le accetti. Quindi, ripensando a Orsini, a chi comunque gli dà
ragione e si lamenta con lui, mi verrebbe da chiedere: Ma perché dite
che Orsini ha ragione e poi fate l’opposto di ciò che dice? Perché vi
lamentate? Non siete forse vivi? Non respirate l’aria intorno? Non
ridete di tanto in tanto? Non avete quel minimo di libertà che vi basta a
essere felici? Che altro volete? Non vi basta la convinzione che in
fondo avete ragione ma sarà la storia a fare giustizia per voi? Non è
meglio restare in silenzio a guardare e stare sereni? Pensate che poteva
andarvi peggio, potevate nascere nel paese di mio nonno, che a malapena
sapeva leggere e di quelli come me, che scrivono, diffidava.
Poesie, pensieri e fotografie di Vitantonio Lillo-Tarì de Saavedra, in arte Antonio Lillo ovvero Antonio Hammett
sabato 23 aprile 2022
felicità
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