sabato 16 aprile 2022

triplo sogno

Stanotte ho fatto un triplo sogno a catena, nel senso che c’erano tre diversi sogni che si inanellavano l’uno nell’altro. Ho sognato, nel primo, quattro animali selvatici che correvano sotto casa, nel mio orto. Erano animali fuori misura, tutti erbivori ma invadenti, aggressivi: due di specie sconosciute, uno assomigliava a uno struzzo rosa e l’altro che gli correva dietro era più un rinoceronte con qualcosa di antico, infatti lo chiamavo mammut; poi c’era un cigno gigantesco che stava in un angolo e allungava il collo e se la prendeva con le foglie di un albero; e un grande cavallo nero che si spingeva fin sotto il portico spaventando i miei gatti che correvano a nascondersi in casa. Assediato da questi animali fuggivo anch’io per scoprire, nel secondo sogno, che la guerra – una guerra sanguinosa ma di stampo ancora medievale, combattuta con lo fionde e le mazze, tutti che si gridavano addosso come pazzi – era arrivata nella villetta vicino alla stazione e insanguinava le strade del mio paese. Mi rifugiavo allora, nel terzo sogno, in una casa sconosciuta (anche se sapevo che era sempre casa mia) solo per finire rinchiuso in una stanza nascosta in alto, in un soppalco, da un avvocato-poeta di diaboliche fattezze cinesi, quasi un Charlie Chan ma con l’accento di Foggia, il qualche con la scusa di nascondermi dagli aggressori mi rinchiudeva lì, in quella stanzetta buia, soltanto per avermi a sua disposizione e leggere le sue orribili poesie senza capo né coda.


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