In questi giorni mi sto vedendo la filmografia di Charlie Chaplin, lunghissima, perché in vita sua il nostro supertramp ha girato circa 80 film di cui solo 10 lungometraggi e il resto suddiviso fra corti e mediometraggi, quasi tutti muti. La cosa che più mi fa sorridere di tutto questo è accorgermi di come molti oggi condividano il famoso discorso sulla pace dal suo primo film parlato (Il grande dittatore, del 1940) non sapendo che prima di quello – o meglio, per arrivare a quello – Chaplin abbia girato circa 70 film in cui Charlot, irascibile e manesco come pochi, si è azzuffato con chiunque gli capitasse a tiro. Pugni, calci, morsi, bastonate, più simile a Will Smith che a Mahatma Gandhi. Non solo: Chaplin già allora veniva accusato dalla critica di essere troppo violento nei suoi film “per famiglia” ma lui della critica se ne infischiava. Mi ha fatto sorridere proprio perché molti di coloro che hanno condiviso commossi il suo discorso sulla pace sono gli stessi che poi hanno colpevolizzato Smith per il significato del suo schiaffo. E mi è venuto da pensare che in fondo, molto simili a Charlot, i più grandi pacifisti sono fondamentalmente degli ex-attaccabrighe con un sorriso disarmante per il quale li perdoni sempre, dopo che ti hanno menato una pizza più o meno metaforica in faccia.
(L’immagine viene dal film The Bank, del 1915).
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