Mi chiama un tipo con un forte accento romagnolo e mi fa: Scusi, dott. Antonio, ma voi le pubblicate le poesie? – Sì, certo. – E chiedete i soldi o li date? – In che senso? – Dottore, io qua ci ho 40 poesie fresche fresche, che mi dice, le vuole? – Ma appena pescate o di giornata? – Dottore, questa non l’ho mica capita, le vuole o no? – Guardi, ora sono pieno di lavoro, c’è da aspettare… – Ma se ne mando due come assaggino e poi decide? Le va bene? – Va bene. – E se le piacciono firmiamo e mi paga? – Va bene. – Dottore, ma le serve anche un traduttore, per caso? – Perché, sei traduttore? Da che lingue? – Inglese, tedesco, francese, spagnolo, portoghese e russo. So pure un po’ di greco e di latino. A lei che lingua le serve? Ce le ho tutte! – Apposto, se ho bisogno allora so chi devo chiamare. – E mi paga? – Dipende dal lavoro che fai. Hai già tradotto con altri editori? – Dottore, se lei mi paga le traduco pure i libri degli altri editori, se vuole! – Apposto. – Affare fatto?
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