So che ieri qualcuno ha storto il naso per quella mia battuta del “se pubblichi dopo i 40 sei cretino”, ma a parte che a De André ho sempre preferito Jannacci per cui sinceramente credo che dentro ognuno di noi ci sia nascosto un cretino a prescindere, ribadisco che è una sensazione mia quella, mica un obbligo morale per gli altri. Credo però che un poco mi abbia rovinato il lavoro editoriale, perché un autore che pubblica vede lo schifo del sistema con un piede dentro e uno fuori, un editore che pubblica sé e gli altri conosce lo schifo con tutti e due i piedi dentro e lo moltiplica per ogni singolo autore che incontra. Così non solo l’editoria non dà (più) ricchezza morale, ma impoverisce emotivamente e si deve lottare per restare sani. Se avessi dato retta a mio padre invece – me lo rimprovero sempre – avrei studiato architettura e oggi avrei un bel posto tranquillo al Comune, all’Ufficio tecnico, dove per altro c’è già impiegato un Antonio Lillo che ha preso evidentemente il mio posto. Non a caso ogni tanto qualcuno si sbaglia e mi chiama per chiedermi delucidazioni su come va questo o quel lavoro pubblico, e io per non deluderli rispondo come posso.
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