Fra pochi giorni esce, per Samuele Editore, il mio ultimo libro di versi. Mi piace molto che il libro si chiami Mal di maggio ed esca a maggio (il mal di maggio, per la cronaca, è una malattia che ammazza le api). Sarà ultimo anche nel senso che credo sarà l’ultimo che faccio a mio nome e se esce, devo dire, è solo per l’interessamento e la spinta di Alessandro Canzian. Non so se sia una particolare fase che vivono tutti a un certo punto, oppure il delicato periodo storico, o entrambi, ma è una cosa che ho riscontrato anche in altri autori miei contemporanei, una generale stanchezza, una sorta di resa per cui riadatti a te, parafrasando, quello che diceva De André dei poeti (citando Croce): se dopo i 40 pubblichi ancora poesie o sei uno arrivato (o ti credi arrivato) come Magrelli o De Angelis, o sei uno che vende come Arminio, oppure sei un cretino. E io purtroppo mi sento posizionato al terzo posto sul podio.
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