lunedì 22 aprile 2024

galt

Antropologicamente parlando, dice Anthony Galt nel suo saggio su Locorotondo che presto pubblicheremo con Pietre Vive, la differenza fra il nostro territorio e altri del mezzogiorno e dell'Italia intera sta nel fatto che per svariate motivazioni di natura storica, economica e territoriale ai contadini fin dal XVII secolo venne data la possibilità di raggiungere una certa indipendenza economica e di conseguenza una propria libertà unicamente in virtù del proprio lavoro. Da noi, cioè, la frase "il lavoro rende liberi" ha avuto un effettivo riscontro sociale, per cui non solo i vecchi servi con la schiena piegata sulla zappa hanno fatto fortuna, ma a un certo punto, lavorando come bestie da soma, hanno scalzato i galantuomini e dal secondo dopoguerra in poi hanno preso in mano il potere economico e politico del paese, realizzando due delle prime e più potenti esperienze di cooperativa del Sud: la Cantina sociale (purtroppo finita, ma non per colpa loro) e la Cassa Rurale, oggi BCC Locorotondo. Da noi il lavoro non è considerato un male necessario, ma una fonte di orgoglio e una continua possibilità di riscatto legata a una visione aperta del futuro, ed è credo il motivo per cui Galt aveva così in simpatia il nostro paese, perché gli ricordava per certi versi il senso americano del lavoro come motore della vita, legato però al nostro paesaggio e alla nostra cultura mediterranea. Chissà se rivedendo oggi cos'è diventata Locorotondo rispetto agli anni Ottanta in cui visse qui, sarebbe deluso come in fondo lo siamo in tanti, oppure direbbe che la storia va più avanti di così.

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