Avevo letto che l'ANPI voleva lanciare per il 25 aprile lo slogan "Cessate il fuoco ovunque" che sembrava un tentativo di dire qualcosa a qualcuno, ma prendendo una posizione talmente ampia per evitare di scatenare polemiche, da scatenarle comunque. Poi oggi al Tg ho visto prima dei poveri ragazzi che stavano giocando una partita di calcetto a Kharkiv, una partita uguale a tutte quelle che si potrebbero vedere in qualsiasi periferia del mondo, solo che a un certo punto li ho visti gettarsi a terra terrorizzati, le mani a proteggersi inutilmente la nuca, per gli scoppi di un bombardamento improvviso, come tanti altri che stanno distruggendo la città; e subito dopo un ragazzetto afroamericano, uno con la tuta nera e le scarpe sportive per darsi un'aria da duro, ma fondamentalmente un quindicenne che ad Akron, Ohio, stava giocando per strada con una pistola giocattolo, e per questo è stato ferito da un agente in servizio, a cui gridava con la voce di un quindicenne in lacrime, terrorizzato a morte, è finta, è finta, è finta! Sono cose che ti fanno pensare. E forse "cessate il fuoco ovunque" non è così male come slogan, soprattutto se davvero si allarga il tiro a tutti quanti, non solo a chi pensiamo se lo meriti più di noi. CESSIAMO IL FUOCO OVUNQUE, questo sarebbe stato meglio. (Del resto, le armi che si usano spesso le fabbrichiamo noi, ma parlando anche nel piccolo, siamo noi quelli che andiamo ancora a caccia per fare sport, ovvero per uccidere senza motivo, siamo noi quelli che nei mattatoi abbattono ogni singolo animale che mangiamo con un colpo di pistola in fronte, che è fondamentalmente una esecuzione, oppure siamo noi a capodanno che spariamo dai balconi con fucili e pistole, o lanciamo dei fuochi d'artificio che non servono davvero a niente e nessuno, solo a spaventare gli animali).
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