martedì 11 settembre 2012

truffa

Con l’arrivo del Mercato Libero, branchi di rappresentanti si avventarono sulle nostre case come sciacalli affamati di truffa. Si può giustificare tutto questo solo pensando al bisogno dichiarato da alcuni di lavorare, ancora più alla gioia selvaggia che provoca l’inganno, il piacere dello stupro. Erano giovani senza avvenire, presi dalla strada e dunque senza scrupoli. Avevano cravatte intonate alla camicia.
I miei, sprovveduti a riguardo, confidando in quella giovinezza che per loro è futuro, proposta, si sono fatti fregare due volte, e qualcuna di più alcuni nostri amici, con contratti che prevedevano di farti risparmiare su luce e gas, chiedendoti in cambio più soldi. Né serviva esserne convinti, bastava uno scarabocchio sul foglio bianco per ritrovarsi le mani legate.
Abbiamo tentato lo stesso di rimediare alle truffe, e lottando contro un sistema che prevedeva di avere contatti unicamente con altri disgraziati messi un gabbia, polli d’allevamento nei call center, oppure con anonime caselle postali e ricevute di ritorno necessarie ma firmate chissà da chi, visto che poi delle nostre lamentele, nessuno sapeva mai niente.
Era un sistema fortissimo, inespugnabile come un castello, in cui la ragione non aveva spazio e persino gli avvocati erano inermi. Lo capimmo la prima volta il giorno in cui ci rivolgemmo a uno sportello clienti per chiedere comprensione e aiuto, e l’impiegato, con faccia di mattone, seduto a fumare, ci disse: “Non posso farci nulla. Scrivete una lettera.”

2 commenti:

marian. ha detto...

E' un articolo triste questo... quasi ho pianto pensando all'ingenuità di molte persone, non solo anziane. Quando vivevo nella mia amata campagna pugliese, ne sono passati tanti, maledetti, alcuni portando a segno i loro piani truffaldini. Sono il genere di persone che sparerei tranquillamente senza paura di finire in galera.

S. ha detto...
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