Sono tre giorni che non esco di casa. Leggo Pasolini, guardo film di Pasolini, leggo Malaparte, ascolto Nina Simone, leggo libri di oscuri poeti dialettali, scrivo recensioni, prendo appunti per nuovi progetti, riscrivo da capo cose già scritte, piove e con la scusa non esco più di casa. Morirei qui, se potessi. Mi aggiro come un fantasma in pigiama fra il pc e il letto. Faccio una vita piattissima, insomma, e non mi dispiace. Mia madre è convinta che sto perdendo la voglia di vivere, e se non l'ho già persa, la perderò a furia di guardare certi film. Mio padre invece sfotte: "Che se almeno ti guardavi Lino Banfi, te le facevi due risate! È anche pugliese Lino Banfi, con lui giochi in casa. Ma vuoi mettere Pasolini con Lino Banfi?" Intanto la vita mi guarda, da dietro la finestra, e ha gli occhi del gatto che brillano quando gli sorrido, poi si struscia contro il vetro cercando di raggiungermi. Io mi bevo un altro amaro.
2 commenti:
la vita ti guarda da dietro la finestra travestita da gatto, la giovinezza ti sbatte in faccia una bella risata e fuori piove. mi sa che l'amaro è meglio condividerlo con chi, in casa, ha fatto il callo di consapevolezza. Quello che scrivi (in generale) mi piace sempre molto. E' triste, ma allo stesso tempo ti lascia in testa due risate, giusto per rispondere a tono alla giovinezza beffarda!
grazie marian. una risata sono sempre convinto che ci salverà :)
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