venerdì 22 gennaio 2021

pari pari

Stamattina ho saputo da suo figlio Riccardo della morte di Gino, un vecchio amico il quale, solo pochi mesi fa, cercava ancora di convincermi a scrivere la storia della sua vita. Mi diceva: “Lillo, tu senti a me, noi ci mettiamo intorno a un tavolo, ci perdiamo la testa per qualche mese, un anno, due anni, quello che ci vuole per farlo bene, io ci metto il vino, tu porti la capa, e io ti comincio a raccontare la storia della mia vita, vedrai che casino che è stata, tu prendi appunti e scrivi, e non ti preoccupare, che quando è pronto il libro, vedrai come si vende! Facciamo i milioni!”. Io ogni volta gli rispondevo che non avevo tempo, ed era vero, ma adesso un po' mi dispiace perché quella storia, che non ho ascoltato, non potrò più raccontarla. Aveva una bella voce, gli piaceva cantare, si appassionava alle cose. Gli piacevano le cose semplici, bere e mangiare, perdersi nei ragionamenti con gli amici, ma ogni tanto si sedeva da parte, sui gradini delle scale in piazza Moro, in silenzio, si accendeva una sigaretta, e stava fermo lì, come assente, guardava il mondo che gli passava davanti come se si fosse seduto fuori da tutto, molto lontano. Tutte cose che, posso dire, Riccardo ha preso pari pari da lui.

Nessun commento: