sabato 30 gennaio 2021

arti

Qualche settimana fa leggevo un articolo (su Internazionale) in cui Robert Wyatt diceva che più ancora della caduta dalla finestra che lo ha reso paralitico, a causargli qualcosa di simile alla sindrome dell’arto fantasma era stata la cacciata dai Soft Machine, la band di cui era stato cofondatore. I Soft Machine, da allora, passano sempre per i cattivi della situazione, ma se vai a vedere le date avevano tutti fra i 25 e i 28 anni, erano giovanissimi, e rigidi idealisti. La cosa straordinaria, secondo me, viene fuori proprio confrontando le date. Ti accorgi che sia Soft Machine che Wyatt, per i successivi trent’anni, andranno avanti per la loro strada, spesso al singhiozzo e senza più una formazione definita, seguendo percorsi quasi perfettamente paralleli, persino nelle pause e nei silenzi discografici. Come se l’uno non potesse muoversi senza il riflesso dell’altro, proprio come fanno appunto due arti, per quanto separati, dell’identico corpo.

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