Oggi sono 100 anni dalla nascita di Leonardo Sciascia. Saremmo ipocriti se dicessimo che piace a tutti. Molti non lo amano, troppo colto, troppo pessimista, troppo intelligente, troppo acuto. La sua scrittura, che lui riteneva limpida, non è più limpida da un pezzo, non oggi che si parla un italiano assai più sciatto, standardizzato. Quello di Sciascia è un italiano colto, preciso. Non seduce, non ammicca. In bocca a Sciascia la parola "cretino" non è più solo un gioco al rimprovero, ma assume proporzioni morali, esitenziali. Un cretino è un pericolo per gli altri, e troppi ce ne sono. Oppure (l'ho sentito dire con le mie orecchie neanche troppo tempo fa) Sciascia è responsabile, con i suoi articoli, della morte di Borsellino. Io gli sono legato per vari motivi, non ultimo l'orgoglio di essere meridionale con lui, di incarnare la stessa filosofia di vita, la stessa visione che parte dal basso, ma si solleva sul mondo in virtù del potere della ragione, della parola, e della letteratura.
2 commenti:
Proprio ieri sera su RaiStoria c'era "A ciascuno il suo" di Petri. Bello.
Bello sì! :)
Posta un commento