Un autore mi scrive con toni molto accesi che si è stufato degli editori a pagamento che sfruttano la vanità di sedicenti letterati e quindi è contento di avermi trovato perché gli autori non dovrebbero mai pagare per farsi pubblicare. Io do una lettura veloce alla raccolta e gli rispondo che per me non è adatta alla pubblicazione, lui insiste per sapere cosa c’è che non va nei suoi versi e quando gli faccio l’elenco dei molti difetti che ho trovato mi risponde, con rude franchezza, che io sarò anche editore ma di poesia non capisco un cazzo.
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