Poco fa ho visto una piccola volpe che si aggirava in giardino. Mi ha fissato negli occhi per attimo lunghissimo poi è scappata via. Ognuno sceglie i segni che vuole per interpretare i tempi che corrono. Io ho scelto di dare preminenza a questi segni, la volpe di stasera, il riccetto che ogni tanto fa capolino dal campo di fronte, la civetta che mi è piombata addosso l'altra sera... Uno mi dirà, ma vivi quasi in campagna, è naturale, eppure non lo è così tanto. In passato, quando qui intorno non c'erano palazzi, anzi poco distante c'era un boschetto, non li vedevo affacciarsi mai, mentre ora è più facile che si avvicinino, smagriti, nervosi, aggressivi. Tutti questi piccoli animali ridisegnano i confini della nostra distanza, vengono a chiedermi conto di qualcosa di importante, ma sono anche affamati. E noi per loro cosa possiamo fare? Io, se mi chiedono, cosa dovrei dire? Ripassate nel 2050?
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