domenica 11 luglio 2021

irritazione

Ieri un’amica mi scriveva: “Che irritazione, c’è Francesco Sole al festival del Libro Possibile a parlare di poesia” e io confesso me la sono un po’ tirata, le ho risposto che non ci vado apposta. In verità quest’anno non avevo manco capito che c’era il festival a Polignano, me ne sono strafregato, così come non sto seguendo più nulla di quello che succede ma devo dire che nemmeno mi manca. Sto diventando, insomma, molto popolare o populista, nel senso che se c’è qualcosa da fare in queste sere d’estate per me è non fare nulla, godersi l’aria fresca. Il che è bello ma non sempre va bene. O poi non ci lamentiamo che “qui non si fa mai niente” se poi quando si fanno il primo a non partecipare sei proprio tu. Forse andrebbero cambiate delle cose, è vero, ma io c’ho la voglia o la forza di cambiarle? Mi faccio l’esame di coscienza e mi accorgo che c’ho due palle così di dover stare dietro a tutto e a tutti, alle cose mie, alle cose degli altri, al menefreghismo degli altri verso le cose mie… tanto che alla fine uno si rompe definitivamente e non pensa più alle cose di nessuno, o se può le rimanda a domani. Ieri, invece, ero a un altro evento e parlavo con Claudia Di Palma di quali sono i poeti pericolosi, per pericolosi intendendo quelli che fanno male alla poesia. Francesco Sole non lo abbiamo nemmeno preso in considerazione, nel senso che non fa male a un bel nulla. Ma forse oggi penso che il più pericoloso di tutti è il piccolo poeta rancoroso che c’è in me e che dice sempre: “Che me ne fotte? Che me ne fotte?”. Contro di lui non so mai che rispondere, perché anche quando gli do pieno torto gli do anche un po’ ragione e viceversa, così non riesco mai a riconciliarmi con me stesso e vivo male da tutte e due le parti.

 

Nessun commento: