Roberto R. Corsi mi faceva leggere poco fa un articolo uscito ieri su Domani in cui per sommi capi si dice quanto da molti già denunciato negli ultimi mesi. Siamo alla fine di un'epoca. Il costo della carta è aumentato e sta ancora aumentando, in alcuni casi anche del 70%. Non solo, alcune tipologie di carta stanno proprio sparendo dal mercato. E questo perché 1) la gente legge meno libri e giornali, ma soprattutto 2) la cartiere si stanno riconvertendo alla produzione di carta e cartoni da imballaggio per Amazon e altre piattaforme di vendita online che hanno preso il sopravvento con il Covid. Che significa? Che dovendo scegliere fra fare libri che si vendono sempre meno o fare imballaggi per elettrodomestici, si preferisce i secondi; e se anche per miracolo aumentassero i lettori non ci sarebbe più carta sufficiente per stampare tutti i libri che servirebbero. Si stamperà sempre meno, a prezzi più alti, e di ogni titolo si stamperanno meno copie con carta di merda. I primi a morire saranno i giornali. Poi verranno le librerie. Le piccole case editrici si convertiranno al digitale o al print on demand, presumibilmente a carico dello scrittore che vuole assolutamente il libro cartaceo che diventerà un reperto per collezionisti simile al vinile. Si stamperà presumibilmente dove costa meno, in Asia o in Africa, sfruttando come manodopera il sottoproletariato del mondo, e si venderà probabilmente dove comincia la filiera, ovvero su Amazon, di cui siamo vittime ma anche complici.
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