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giovedì 1 agosto 2019

eleganza

Da ragazzino, quando era mio insegnante alle medie, me lo ricordo come una persona taciturna, schiva, timida, che è un po' un retaggio delle nostre terre, e mi sembrava anzi uno che teneva le distanze. A confronto con altri sindaci ben più istrionici e viscerali di lui (Campanella, Petrelli) un po' ci perdeva in immagine. Eppure, col senno di poi, o meglio da quanto mi occupo della rivista Locorotondo e sto approfondendo certi aspetti della nostra ricerca storica, devo dare atto a Lelio Conte di essere stato uno dei sindaci che più ha avuto a cuore la crescita culturale di questo paese e l'orgoglio delle nostre origini. Molti dei libri e delle ricerche a cui ancora oggi facciamo riferimento hanno il suo patrocinio in calce. Che uno potrebbe anche dire, anzi mi è stato proprio detto, che quelli erano gli anni '80 e allora c'erano i soldi e si potevano spendere, ed è vero anche questo. Ma io un sindaco che se c'ha i soldi li usa per finanziare la pubblicazione di libri di ricerca invece delle solite opere pubbliche non ne ho conosciuti così tanti in vita mia, e c'ho più di quarant'anni. Ma soprattutto, questo veniva fatto con quel tipico silenzio che col tempo e l'esperienza ho scoperto essere una forma di pudore, e di eleganza, come ormai se ne vede troppo poca.

mercoledì 10 giugno 2015

preghierina

Dio, ti prego, se ci sei procurami una segretaria (o un segretario). Qualcuno che prenda le telefonate al posto mio, che si barcameni con gli altri al posto mio (inseguimenti e fughe tattiche comprese). Qualcuno che mandi affanculo al posto mio, ma senza eleganza.

lunedì 17 giugno 2013

la morte dei nonni

Uno è morto di sera, sognando la pioggia che oscura e rinfresca l’estate, ma senza avere più sete.
L’altro nel suo letto ortopedico, col becco rivolto alla finestra e le tende chiuse. Com’era bello nell’abito scuro, elegante come da tempo non si vedeva.
Fuori la strada è tappezzata di manifesti, annunciano la fine di un’era senza importanza, una storia di uomini che portano con sé pochi oggetti riposti negli angoli della bara: il tagliaunghie, il rasoio, lo spazzolino da denti, il cappello e il fazzoletto intonati, il portafogli di pelle consunta, gli occhiali, il mazzo di carte da gioco. L’orologio fermo ad un’ora. Le sigarette messe da parte, per un ultimo tiro, otto anni prima.