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domenica 22 dicembre 2013

le navi

Alcuni fiori andranno a male con le piogge.
Altri seccheranno per il sole.
Il mio amore no sta fermo al centro del giardino
i petali di pane azzimo chiedono vino.

I gatti alla finestra lo sapranno che si muore?
Quale cura contro la disperazione?
Pesci volanti e acque non bagnano il pelo
rincorrendo nel porto le navi crudelmente in orario.

giovedì 18 marzo 2010

il fiore (di william blake)



Mio Passero allegro
sotto foglie verdissime
un Fiore felice
ti vede come freccia veloce
cercare la tua umile culla
vicino al mio cuore.

Mio Pettirosso grazioso
sotto foglie verdissime
un Fiore felice
ascolta il tuo lamento amoroso
pettirosso grazioso
vicino al mio cuore.

domenica 14 febbraio 2010

5 poesie di william blake

Da Songs of Experience. Traduzione mia. Buon San Valentino a tutti. Ah, Il giglio è per Daniela ;)

IL GIARDINO DELL’AMORE

Sono stato nel Giardino dell’Amore
per vedere quel che mai avevo visto
una Cappella costruita al suo centro
dove un tempo sul verde giocavo.

E i cancelli di questa Cappella erano chiusi
e “Tu non puoi” scritto sulle porte
così mi son voltato al Giardino dell’Amore
che tanti dolci fiori mi portava.

E ho visto ch’era pieno di tombe
e pietre tombali invece dei fiori
e Preti in nere gonne si muovevano là intorno
e legavano coi rovi le mie gioie e i desideri.


LA ROSA MALATA

O Rosa, tu sei malata:
l’invisibile verme
che vola di notte
nell’ululante tempesta

ha trovato il tuo letto
di cremisi gioia
e il suo nero segreto amore
la tua vita distrugge.


IL GIGLIO

La modesta Rosa fa spuntare una spina.
L’umile Pecora un minaccioso corno.
Quando il Giglio bianco si delizierà d’Amore
né una spina né un corno macchieranno la sua bellezza vivace.


LA MIA ROSA GRAZIOSA

Un fiore mi fu offerto
un fiore tale come Maggio mai ha portato
ma io dissi: “Ho già la mia Rosa graziosa”
e passai il dolce fiore ad altri.

Dopo andai dalla mia Rosa graziosa
per curarmi di lei giorno e notte
ma la mia Rosa mi rifiutò, gelosa
e le sue spine furono la mia sola delizia.


L’ALBERO DEL VELENO

Ero arrabbiato con l’amico
gli ho parlato, l’ira è finita.
Ero arrabbiato col nemico
non ho parlato, l’ira ha attecchito.

E l’ho innaffiata di paure
notte e giorno con le lacrime,
l’ho esposta al sole dei sorrisi
e d’insidiosi dolci inganni.

Ed è cresciuta giorno e notte
fin a darmi una mela brillante
che il mio nemico ha visto risplendere
sapendo bene ch’era la mia.

Nel mio giardino è venuto a rubare
quando la notte ha velato il cielo
e nel mattino trovo felice
il mio nemico sotto l’albero, morto.