Le mie trasgressioni si impilano in giardino contro il muro
(edificato quando Roma ha cominciato a indebolirsi, e sfregiato
da una palla di cannone.) Ho spettegolato; ho snobbato
un ospite a cena. Aspetto che il muro si contorca
per gli orribili gatti selvatici nutriti da vedove rimpicciolite
e qualche stramba bibliotecaria. Ho cominciato a esaurirmi
per via della tua assenza, uno dei peggiori sintomi dell’amore.
Per anni, ho avuto il buon senso di tenermi da parte.
Sono stata qui abbastanza da uccidere
due piante di menta e una lavanda,
poi farne risorgere la parte migliore.
Mi piacerebbe lasciarti morire sulla vite.
Non tu, il Tu che Sogno,
che passa attraverso il risveglio.
Guardare come la vedetta guarda la tempesta
ma senza bagnarsi. Essere quella.
Essere cosa?
Essere saggia più del cuore.
(Eliza Griswold)
Nessun commento:
Posta un commento