Ieri sera mi è successa questa cosa. Eravamo al reading di Pietre Vive Editore da Millelibri - Poesia e altri mondi, e ho incontrato un ragazzo, vent’anni, si chiama Vito, che ho scoperto aver comprato un mio libro, Bestiario Fiorito, che gli è piaciuto al punto da consigliarlo ad altri suoi amici che lo hanno preso, insomma, il classico passaparola che funziona. Ecco, a volte con questa storia che la poesia è un mondo chiuso, per esegeti, ci convinciamo che i nostri libri di poesia non finiranno mai oltre le mani di pochi appassionati, spesso gli stessi poeti che si leggono fra loro per darsi una parvenza di vita. Poi ti capita di incontrare qualcuno come Vito, che non fa parte della tua cerchia di amicizie, non è un poeta a caccia di editore, ti è lontano persino anagraficamente, insomma il classico “lettore” puro. Ti trovi questo lettore che non solo ti legge, ma viene apposta a conoscerti (con la pioggia che c'era ieri a Bari!) per farsi autografare il tuo libro e per un attimo ti senti di aver fatto una cosa bella, che respira, che va oltre il tuo spazio vitale, e torna valido il principio – mi pare lo dicesse Tiziano Scarpa l’altro giorno su Pangea – per cui pubblicare un libro resta una piccola (piccola ma valida) rivoluzione. Menomale che ci son posti belli così, ci dicevamo ieri, dove incontrarsi.
Poesie, pensieri e fotografie di Vitantonio Lillo-Tarì de Saavedra, in arte Antonio Lillo ovvero Antonio Hammett
domenica 6 gennaio 2019
poesia per vito
Ieri sera mi è successa questa cosa. Eravamo al reading di Pietre Vive Editore da Millelibri - Poesia e altri mondi, e ho incontrato un ragazzo, vent’anni, si chiama Vito, che ho scoperto aver comprato un mio libro, Bestiario Fiorito, che gli è piaciuto al punto da consigliarlo ad altri suoi amici che lo hanno preso, insomma, il classico passaparola che funziona. Ecco, a volte con questa storia che la poesia è un mondo chiuso, per esegeti, ci convinciamo che i nostri libri di poesia non finiranno mai oltre le mani di pochi appassionati, spesso gli stessi poeti che si leggono fra loro per darsi una parvenza di vita. Poi ti capita di incontrare qualcuno come Vito, che non fa parte della tua cerchia di amicizie, non è un poeta a caccia di editore, ti è lontano persino anagraficamente, insomma il classico “lettore” puro. Ti trovi questo lettore che non solo ti legge, ma viene apposta a conoscerti (con la pioggia che c'era ieri a Bari!) per farsi autografare il tuo libro e per un attimo ti senti di aver fatto una cosa bella, che respira, che va oltre il tuo spazio vitale, e torna valido il principio – mi pare lo dicesse Tiziano Scarpa l’altro giorno su Pangea – per cui pubblicare un libro resta una piccola (piccola ma valida) rivoluzione. Menomale che ci son posti belli così, ci dicevamo ieri, dove incontrarsi.
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