Ieri notte ho visto una volpe. Una piccola volpe che si aggirava svelta dietro casa, sul limitare del paese, in cerca di cibo. Ho temuto per i miei gatti, che potesse attaccarli o ucciderli mentre, a loro volta, seguivano l’istinto della caccia e dei duelli notturni. Ma non è successo nulla. In compenso i gatti, in preda alla loro natura, hanno fatto strage di un pettirosso che da giorni scendeva a beccare semi sotto l’albero della magnolia, lasciando parte del corpicino straziato sulla porta. È la fame che regola il mondo, mi convinco stamattina, mentre guardo un video ambientalista in cui una mandria di vacche prosciugate dalle mungitrici viene trascinata sulle zampe malferme, dopo gli anni trascorsi nelle gabbie, verso il macello dall’altra parte della strada. Un viatico di fame. È fame che spinge i migranti in mare, fame quella dei pesci che consumeranno i loro corpi a piccoli morsi voraci, fame quella di chi non li vuole e difende il proprio piatto dal loro arrivo, per non spartirlo cristianamente, per non soccombere al loro appetito. Perché il Papa sbaglia, il Vangelo è falso se nega che la fame è più forte di tutto, Gesù non ha mai conosciuto la fame. Fame di chi prende e fame di chi vuole prendere ma muore prima. Non c’è altro. Vince chi ha più fame, chi ha più denti o più salute, chi sa piangere e masticare insieme. Non c’è da temere, i ristoranti sono pieni. La nostra fame è immensa.
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