Continuo a pensare che ci sia qualcosa di profondamente inadeguato e a tratti ipocrita nell’atteggiamento di tanti che denunciano la scelta di Banfi per l’Unesco, quando poi la situazione in Italia è quella che è: musei vuoti, teatri chiusi, siti archeologici che cadono a pezzi, abusi edilizi che definire sfacciati è poco, gli operatori culturali che lavorano dietro compensi vergognosi, da elemosina, e se parli di qualcosa che va appena oltre il luogo comune sputtanato dai media (l’ultima febbre per Van Gogh, ad esempio) ti rispondono quasi tutti con uno sguardo che dice “Ma che palle!”. Allora, esattamente, di che stiamo parlando? Della brutta figura che facciamo all’estero? Ma brutta figura di che? Per essere gli ignoranti che effettivamente siamo? Una volta Tonino Guerra disse gli italiani sono brave persone che non amano leggere, ma non glielo puoi dire in faccia, si offendono. Era già tutto lì. Gente per cui l’apparenza conta più dei fatti. Non mi pare sia colpa dell’attuale Governo questa, è una cosa che viene da molto prima, di cui il Governo esprime forse il lato più istrionico, il menefreghismo per quella cultura che sta un po’ più su, che è meno facile da raggiungere, quella che crea diffidenza perché genera i mostri. Ci siamo cresciuti in questo pregiudizio, io me lo ricordo ancora, lo stesso alimentato da Berlusconi, da certa DC (leggete Sciascia), da certa Sinistra inquadrata nel pensiero perbenista e univoco (leggete Pasolini), giù fino al ventennio fascista. Così mi chiedo, quand’è che tutti questi italiani hanno cominciato a capire di cinema e cultura, dopo essersene fregati per tutta la vita, al punto da permettersi di giudicare Lino Banfi? Il fatto è che Banfi lo conoscono tutti per averlo frequentato assiduamente negli anni della loro formazione sentimentale, quindi si permettono di dirne male perché sanno ciò che vale quel cinema (buono appunto per farsi le seghe e comunque meglio della saga ipocrita di Nonno Libero), ma quanti possono permettersi di dire di aver visto e conosciuto altro? Io non mi sento così pronto a giurare che siano in tanti a poter lanciare la prima pietra.
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