C’è un libro bellissimo di J.M. Coetzee, L’infanzia di Gesù che fa una cosa semplice ma stupenda, attualizza a oggi la storia della sacra famiglia rendendone palesi i nodi chiave e dichiarandola per quello che è: la vicenda di una famiglia di migranti che scappano dalla repressione politica in atto nel loro paese e si rifugiano in un altro stato dove far crescere il proprio bambino. A pensarci bene buona parte della Bibbia, in piena coerenza con la storia del popolo ebraico, è la storia di una lunga migrazione alla ricerca di un proprio posto nel mondo. Quando Salvini utilizza certe metafore (in primis quella della Vergine Maria tanto cara al culto italiano) fa non solo una cinica operazione politica dove si oppone dichiaratamente agli attacchi del Papa, ma con l’effetto contrario, secondo me, di rinsaldare su una sola linea d’attacco gli ambienti ufficiali alla Chiesa con quelli più insofferenti al potere vaticano; ma fa anche un’esplicita ammissione di indifferenza alla nostra cultura e al sentimento del Vangelo, che è sentimento votato all’accoglienza. In tutto questo, però, la figura peggiore non la fa lui, ma i cosiddetti cattolici della domenica, quelli che gli danno retta e dimostrano di non conoscere la storia della propria fede, vanificando di fatto tutto il tempo che perdono la domenica andando a messa. Gente che è andata a scuola (scuola vilipesa dai continui tagli dello Stato) che non conosce e attacca i versi del Magnificat citati in un post da Antonio Spadaro e si ritrova dunque allo stesso grado di ignoranza di mia nonna semi-analfabeta che si incantava per la messa in latino, quando la parola sacra per lei era soltanto un suono. Per loro, induriti dai tempi, oramai tutto è appiattito al solito quaquaraquà. Non per nulla, smascherati, odiano il Papa che dichiara di preferire un non credente a un ipocrita. Maria Giovanna Maglie l’altra sera in Tv diceva di essere contenta perché Salvini finalmente si oppone alle continue ingerenze politiche della Chiesa. Se è vero, però, lo fa utilizzando lo stesso linguaggio figurale del Concilio di Trento (con esiti alquanto ridicoli per quanto mediaticamente efficaci) e con gli stessi scopi della vecchia DC che mischiava con spregiudicata leggerezza mandato divino e potere temporale per prendere voti dalla destra più bigotta e arretrata, quella che nel nostro Paese ha sempre giustificato tutto, ogni tipo di assurdità o violenza in nome di una posticcia tranquillità sociale (quella delle “porte aperte”); quindi facendo un salto all’indietro che riporta l’Italia del 2019 all’altissimo grado di corruzione e qualunquismo della prima repubblica, ma con tutto il carico di approssimazione della seconda.
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