Da ciò che ho visto, ieri di un discorso durato circa venti minuti, quasi un intero Paese ha capito soltanto una cosa: Conte ha asfaltato Salvini e Meloni con stile. Che è in sostanza ribadire la mentalità da stadio su cui si basa la nostra società. Da una parte ci sono i buoni e dall'altra i cattivi nel cui sangue si estirpa il male e viene così lavata la colpa di tutti. Non importa se domani mi metterò a insultare anche Conte all'occorrenza, importa che in questo momento ci siano uno che vince e uno che perde, meglio se quello che perde mi sta pure sul cazzo. Dare soddisfazione al popolo, si sono sempre risolti così i problemi dal basso, ne scriveva persino Cicerone: quando la situazione si fa critica metti due gladiatori nell'arena e tutto si aggiusterà per i romani, almeno fino a domani. Che poi non c'è da preoccuparsi: da martedì riaprono le librerie, luoghi di una tale purezza utopica che non sono frequentati né da Salvini né dai suoi avversari. Il Paese, incredibile a dirsi, ripartirà da lì.
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