venerdì 29 maggio 2020

pubblicare con amazon o affini

Siccome mi capita spesso, lo do come consiglio generale, se c'è una cosa che non si dovrebbe fare è pubblicare il proprio libro con Amazon o affini e poi mettersi a cercare un editore per lo stesso libro. O meglio. Se fai i soldi con Amazon e ti viene a cercare Mondadori, allora sì va bene. Se come mi hanno scritto una volta: "ho pubblicato con Amazon e non è successo nulla, così ho pensato che mi serviva un editore" allora no, non va bene. Primo, perché un editore non è una ruota di scorta. E secondo, perché con Amazon così come con qualsiasi editore (piccolo o grande che sia) qualcosa succede solo se ti muovi tu per primo. E non è scienza editoriale questa, è la vita. La sola differenza, rispetto ad Amazon (e spesso al grande editore) è che col piccolo editore hai il bonus del suo numero privato e se hai bisogno di chiamare qualcuno per parlare, confidarti, sfogarti o anche riempirlo di insulti, il piccolo editore nella maggior parte dei casi ti risponde. Molti lo danno per scontato, ma quel numero non è cosa da poco.

1 commento:

amanda ha detto...

A volte si ritiene, giustamente, che la gente legga poco, e non si vede perché, tra gli sterminati cataloghi proposti, dovrebbe scegliere di leggere proprio te, e così si pensa di un editore (perché tra tutte le proposte che costantemente gli arrivano dovresti piacergli proprio tu, specie se il piccolo editore ti legge da anni e non ha mostrato alcun interesse, in questo senso almeno, ai tuoi scritti? ) quindi se si vuole comunque dare forma, diciamo, compiuta a ciò che si è scritto (sollecitati da quel centinaio di fedeli lettori) si decide di autopubblicare. Certo si preferirebbe diversamente, specie per l'immenso valore del lavoro dell'editor, specie se si apprezza molto la linea editoriale della piccola casa editrice, ma tant'è. Continuando a frequentare le librerie. Continuando a comprare da e a volte a finanziare le piccole case editrici, continuando a recensire e a elogiare le belle pubblicazioni e sentendosi pure in colpa per spingere i propri fedeli lettori a comprare su Amazon