sabato 10 giugno 2017

una storia vera (e poetica) che ho appena letto

La storia si svolge su una nave italiana chiamata Saturnia, partita il 21 ottobre 1929 da Trieste e diretta a New York. Sulla nave si incontrano tre uomini in partenza dall’Europa. Uno di loro è un avventuriero greco chiamato Stavros Karlpoupolos che si muove di continuo fra New York e Patrasso. È lui, il più intraprendente, che fa amicizia prima con un altro greco assai timido stipato in terza classe, Konstantinos Kavafis, e poi lo presenta a un misterioso ingegnere portoghese che si presenta come Alvaro de Campos. I tre passano un’intera giornata assieme, cercando di riempire, attraverso le loro storie, il tempo del loro lungo viaggio pieno di fantasmi, di speranze e di rimpianti. Ma solo quando Kavafis, prendendo finalmente coraggio, rivela agli altri due di essere un poeta, il portoghese dichiara all’improvviso di chiamarsi Fernando Pessoa, di essere anch’egli un poeta e di non aver mai conosciuto alcun Alvaro de Campos in vita sua. Kavafis, a detta di Karlpoupolos che non ci capisce più niente, prende la notizia con una naturalezza assoluta e sconcertante. Le parole allora cominciano a volare sul ponte con una leggerezza vertiginosa. Eppure è solo un attimo, l’unica giornata insieme di due uomini schivi, che poi si eviteranno, ciascuno rifugiato nella propria solitudine. Arrivati a Londra, li raggiunge la notizia che nel frattempo c’è stato il crollo di Wall Street e che New York è nel delirio, insanguinata da rivolte popolari. I due poeti decidono a quel punto di non proseguire il loro viaggio e scendono lì, dove si perdono di vista per sempre, pur chiedendo entrambi l’indirizzo newyorchese di Karlpoupolos, a cui invieranno mesi dopo le proprie poesie. Nessuno dei due lo chiederà invece all’altro, come per una forma di pudore reciproco. L’avventuriero, in risposta a entrambi, proporrà di fare da tramite fra i due, ma non ci sarà mai risposta. I due moriranno poi a due anni di distanza (nel 1933 e nel 1935), uno ad Alessandra d’Egitto, l’altro a Lisbona, senza realmente sapere chi fosse l’altro incontrato. Karlpoupolos appunta questa storia nei suoi diari, senza che nessuno li legga fino al 2007, quando vengono ritrovati per caso in un monastero greco, mentre si fanno ricerche per un documentario su Kavafis.

1 commento:

amanda ha detto...

Che storia incredibile