Stamattina pensavo che con tutti i curricula che mi arrivano in cerca di lavoro ci ho fatto un bel cimitero in una cartella sul mio desktop. Nella cartella tutti quei profili in pdf stanno piantati come lapidi mute. Io mi aggiro fra le lapidi ben ordinate come un becchino, ogni tanto ne apro uno, ne leggo il nome, le date, la storia riassunta in poche righe essenziali (ha fatto questo, voleva diventare questo, ma poi è stato lì e anche lì, senza concludere nulla). Talvolta ne guardo la foto seria o che timidamente sorride all'obiettivo cercando di arrivare dall'altra parte, e penso che sarebbe stato bello incontrarsi, stabilire un contatto, parlare di libri, di scrittura, traduzioni, di ciò che ci piace. Invece non ho soldi per assumere nessuno, né per dare false illusioni a chi, colpito da una morte precoce da lavoro culturale, mi scrive dalla propria solitudine, nella vana speranza di salvarsi.
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