Ho appena letto una intervista a Tiziano Scarpa sul suo ultimo libro di poesie, Le nuvole e i soldi (Einaudi) in cui si ha la netta sensazione che intervistatore e intervistato vadano in due direzioni diverse. Per questo motivo non la linko, però mi hanno molto colpito due cose dette da Scarpa: la prima in cui asserisce che è più difficile trovare autori che si siano dedicati esclusivamente alla prosa o esclusivamente alla poesia che non il contrario (autori dedicatisi a entrambi i generi) come invece ci siamo abituati a credere; la seconda che gli piacciano alcuni classici come il Liber Catulliano o le Farfalle di Gozzano, che vanno oltre i luoghi comuni legati ai loro autori e alla semplice occasionalità amorosa. Opere che adoro anche io, e infatti cito qui un frammento finale delle Farfalle di Gozzano che mi sembra più riuscito e utile da leggere dell’intervista stessa:
Nessuno s’ebbe più palese il dono
d’elaborare la materia sorda
in un’essenza non mortale: anelito
di tutto ciò che vive sulla Terra
fluido strano ch’ebbe nome Spirito,
Pensiero, Intelligenza, Anima, fluido
dai mille nomi e dall’essenza unica.
Tutto di noi gli è dato in sacrificio:
la ricchezza del sangue, l’equilibrio
degli organi, la forza delle membra,
l’agilità dei muscoli, la bella
bestialità, l’istinto della vita.
(Guido Gozzano, Le farfalle)
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