Nella mia famiglia sono stato abituato a pensare che avere cultura è importante, ma alla fine dei conti non è nulla di che, non ti rende speciale. Una persona speciale è una persona onesta: uno che pensa agli altri prima che a se stesso, uno che non si tira indietro anche se c'è da fare una cosa sgradevole e soprattutto uno che non lascia mai indietro nessuno. Così sono cresciuto cercando di essere abbastanza onesto da meritarmi l'approvazione dei miei genitori, ma sempre sentendomi una persona inutile, visto che tutto quello che ho saputo fare nella vita è stato accumulare cultura. Più ne accumulavo e meno mi sentivo importante, anzi quasi mi vergognavo di me stesso e della mia inutilità. Per questo motivo ci ho messo trent'anni per pubblicare il mio primo libro di poesie, e quaranta per il primo libro in prosa, cioè il primo che avrebbero potuto leggere un po’ tutti. Non era snobismo, come mi hanno detto, ma timidezza. Ho sempre fatto le cose con lentezza, per la paura che qualcuno un giorno avrebbe svelato agli altri il bluff che in fondo sono sempre stato: uno che dava l’idea di essere sicuro di sé, ma che invece andava avanti alla cieca, sperando in un po’ di fortuna. Pensavo dunque che il mio libro di racconti sarebbe passato un po’ nell’ombra, e proprio per questo mi sento grato dei messaggi che pian piano mi arrivano da persone che lo hanno letto e che in quel libro ci hanno trovato qualcosa di buono. A loro sono grato per l’affetto. Ma oggi, poco fa, mi ha chiamato la madre di una persona di cui parlo nel libro, e mi ha detto che rileggendo di suo figlio lo ha ritrovato vivo davanti a sé, con tutti i suoi pregi e i suoi difetti, le sue bugie e le sue stronzate, e mi ha ringraziato di essere stato onesto con lui, di non averlo lasciato indietro, mi ha ringraziato per quell’alito di vita che ho donato, ancora una volta, a una persona ormai perduta. E io, che avevo una gran paura del suo giudizio, mi sono sentito utile come raramente mi capita, per aver fatto qualcosa di totalmente inutile com’è appunto scrivere un racconto. Hai fatto una bella cosa, mi ha detto lei, una cosa che resterà. E io mi sono messo a piangere al telefono, come un fesso.
1 commento:
Come una persona grata, non come un fesso. Una persona grata per il giudizio di una donna che molto ha perso e cui tu un briciolo hai reso
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