Ieri ho incontrato mia madre, singolo e brano di chiusura del terzo disco di Gino Paoli, è una delle più drammatiche interpretazione del suo primo periodo. Di lì a poco, infatti, Paoli si sparerà un colpo al cuore. Offre un bello spaccato della cultura musicale dell’epoca. Da una parte è accompagnato da un’orchestra diretta da Ennio Morricone: quella degli arrangiamenti orchestrali è una pratica desueta nell’odierna musica pop italiana – perché sono cambiati i gusti del pubblico ma anche per via dei costi elevati – eppure, facendosi l’orecchio, di una ricchezza e di una raffinatezza rari. Dall’altra soffre di un pesante intervento della censura: il titolo originale della canzone era infatti Ieri ho incontrato mia moglie e parlava, senza troppi fronzoli, della delicata situazione con Anna Fabbri quando Paoli si innamorò della giovanissima Stefania Sandrelli. Non ammettendo concetti come corna, separazione, e peggio ancora storie con avvenenti minorenni (com’era appunto la Sandrelli), la casa discografica propose a Paoli di modificare il testo, e come al solito fu la Mamma a salvare capra e cavoli, caricandosi sulle spalle il peso della buona, asessuata ma tanto pruriginosa, famiglia italiana. In quella nuova veste, Paoli portò la canzone a Sanremo nel 1964, dove tutti capirono tutto senza capirci un bel niente, dunque piazzandosi quarto.
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