Ieri sera, bello carico di vino, leggevo Ungaretti in un jazzilo e ricordavo a chi mi ascoltava che il grande poeta nostrano era in realtà un immigrato egiziano arrivato qui per mare. La gente annuiva commossa e anche io per la commozione mi sono fatto un secondo piatto di pasta.
Nessun commento:
Posta un commento