mercoledì 25 luglio 2018

parola chiave

Stamattina pensavo che fino ad appena due anni fa la parola chiave, quella che più veniva usata per decodificare i tempi era "crisi", mentre adesso è "fascismo". Non si sente altro che "fascismo", ritornato presente, e poi ovviamente "straniero". Così che certe volte, a furia di sentirselo dire, uno si sente straniero in casa sua. Ecco, sarà che ho fatto un brutto sogno, ma stamattina mi sono svegliato con la sensazione di una sorta di ricorso storico in atto: per cui alla crisi segue il fascismo e al fascismo segue la macellazione del bestiame. "Macello" potrebbe essere la prossima parola chiave per decodificare il presente. Ora bisogna capire chi fa il capro espiatorio sull'altare del ricorso storico e chi affila i coltelli. E poi pensavo anche a come è facile sbagliarsi in questo gioco di ruoli, a come esercito ogni giorno su me stesso la più ferrea disciplina per non cascare nel mio intrinseco fascismo made in italy. E, nonostante tutto, qualche volta inciampo.

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