martedì 11 settembre 2018

piero

”Piero era un egoista mostruoso, ma anche un genio. In quel momento l’RCA voleva il monopolio sulla musica e prendeva tutto quello che poteva valere. Io andai da Ennio Melis, dirigente, e mi disse: ma non c’è qualcuno, uno buono, che può valere? Sì, te ne porto uno io… bravissimo, straordinario, eccezionale! E gli raccontai della gran balle. Ma è affidabile? Come no! (Piero affidabile, buonanotte!) Allora arrivammo lì e cominciammo a parlare, lui bravissimo, perché era anche sano in quel momento. Facciamo un contratto, insomma gli feci avere, nel ’64, due milioni e mezzo, una cosa pazzesca d’ingaggio. Gli dissero: passa poi per i soldi, e lui, no no subito! Pretese subito i soldi. Prese i soldi. Uscimmo dall’RCA, Piero mi guardò e disse: Oh Gino, glielo abbiamo buttato nel culo. Prese i soldi, e sparì per tre anni.” 

(Gino Paoli)

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