C’è crisi. Nelle ultime due settimana ben due librerie, per problemi economici, mi hanno restituito i libri che avevo dato loro in conto vendita. Da entrambe le librerie non ho mai guadagnato nulla, nel senso che non ci ho mai venduto nulla, manco un libro, non so se per demeriti miei o dei librai o dell’ambiente culturale delle città in cui erano ubicate; fatto sta che il momento storico è quello che è, negli ultimi anni ne ho viste chiudere tante di librerie e non ho mai voluto rompere le palle a nessuno. Di una delle due, però, mi sono tornati i libri e come li ho tirati fuori dall’imballo li ho messi direttamente vicino al caminetto, perché sono talmente rovinati – distrutti è la parola giusta – che non li posso più vendere manco come usato, mi vergognerei a farlo. Ora, la crisi c’è, noi ce la possiamo prendere col sistema economico, con la storia, con la scuola, coi lettori, con gli editori, ma questa cosa bisogna dirla: se un libraio non ha cura nemmeno dei libri che vende si merita di chiudere.
1 commento:
Attento a non fare come Pepe Carvalho ( detective privato dalla fantasia di M.V: Montalban) che bruciava i libri nel suo camino
Michele Lenzi
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