giovedì 8 ottobre 2020

stella cometa

Louise Glück vince il Nobel per la Letteratura. Nessuno ci avrebbe scommesso, anche perché In Italia nessuno la conosce, visto che è poetessa ed è pubblicata da case editrice minuscole (Dante & Descartes), ma poco male, visto che è pubblicata da case editrici minuscole, non sarà disponibile nelle librerie finché qualche casa editrice più grossa non fiuterà l'affare di pubblicare in grande stile una poetessa che nessuno conosce, e ne redigerà in fretta e furia un'edizione di comodo che però, nel frattempo, vedrà sfumare il naturale battage pubblicitario derivato dal Nobel. Insomma, l'impresa non vale la spesa e proprio come una stella cometa, "la poetessa della solitudine" (come l'hanno prontamente ribattezzatta i giornali) se la fileranno solamente in tre.

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Che poi non è che se una persona scrive versi e voi non l'avete mai letta quella persona è per forza di cose una pezzente della letteratura e ce n'erano altri prima e meglio di lei, magari semplicemente siete voi che non ci siete arrivati, né lei ha fatto lo sforzo di raggiungervi. Ma perché avrebbe dovuto farlo?
Io pure conosco gente che se gli dico Pietro Gatti non sa chi è, eppure Pietro Gatti era un mostro, uno dei massimi scrittori italiani, solo che scriveva in versi nel suo povero dialetto di Ceglie Messapica e molti, a dove stava lui, fosse anche Ceglie Messapica, non ci sono mai arrivati.
 
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9 ottobre. Mi piace e un poco mi diverte la gente che fa i commenti pieni di tenerezza quando scopre che il libraio/editore che aveva pubblicato la vincitrice del Nobel per la Letteratura di quest'anno ha stampato "solo" 200 copie del suo libro. Che non è una cifra tenera, ma ragionevolissima per la traduzione italiana di un'autrice straniera che fino a ieri non conosceva quasi nessuno. Ma davvero, quante copie pensate che venda un poeta oggi in Italia? Più di 200? Quello è destino di pochissimi, gli altri stanno messi più o meno, a lettori, come nell'Italia di Leopardi. (O come saggiamente mi disse mio padre il giorno che gli comunicai che volevo pubblicare il mio primo libro, circa quindici anni fa: Vè zàppe).

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