Louise
Glück vince il Nobel per la Letteratura. Nessuno ci avrebbe scommesso,
anche perché In Italia nessuno la conosce, visto che è poetessa ed è
pubblicata da case editrice minuscole (Dante & Descartes), ma poco
male, visto che è pubblicata da case editrici minuscole, non sarà
disponibile nelle librerie finché qualche casa editrice più grossa non
fiuterà l'affare di pubblicare in grande stile una poetessa che nessuno
conosce, e ne redigerà in fretta e furia un'edizione di comodo che però,
nel frattempo, vedrà sfumare il naturale battage pubblicitario derivato
dal Nobel. Insomma, l'impresa non vale la spesa e proprio come una
stella cometa, "la poetessa della solitudine" (come l'hanno prontamente
ribattezzatta i giornali) se la fileranno solamente in tre.
*
Che poi non è che se una persona scrive versi e voi non l'avete mai letta quella persona è per forza di cose una pezzente della letteratura e ce n'erano altri prima e meglio di lei, magari semplicemente siete voi che non ci siete arrivati, né lei ha fatto lo sforzo di raggiungervi. Ma perché avrebbe dovuto farlo?
Io pure conosco gente che se gli dico Pietro Gatti non sa chi è, eppure Pietro Gatti era un mostro, uno dei massimi scrittori italiani, solo che scriveva in versi nel suo povero dialetto di Ceglie Messapica e molti, a dove stava lui, fosse anche Ceglie Messapica, non ci sono mai arrivati.
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9 ottobre. Mi
piace e un poco mi diverte la gente che fa i commenti pieni di
tenerezza quando scopre che il libraio/editore che aveva pubblicato la
vincitrice del Nobel per la Letteratura di quest'anno ha stampato "solo"
200 copie del suo libro. Che non è una cifra tenera, ma
ragionevolissima per la traduzione italiana di un'autrice straniera che
fino a ieri non conosceva quasi nessuno. Ma davvero, quante copie
pensate che venda un poeta oggi in Italia? Più di 200? Quello è destino
di pochissimi, gli altri stanno messi più o meno, a lettori, come
nell'Italia di Leopardi. (O come saggiamente mi disse mio padre il
giorno che gli comunicai che volevo pubblicare il mio primo libro, circa
quindici anni fa: Vè zàppe).
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