lunedì 5 ottobre 2020

una poesia sul mare

La gente mi dice spensierata: «Poeta, sei pallido e triste,
avresti dovuto andare al mare invece di sprecare
la tua estate». Ma se non vado al mare
non è come si crede, uggia, a coglionarmi un poco,
ma senso smisurato dell’igiene
perché son schizzinoso.
Io non capisco come facciano a tuffarsi e stare a mollo
pur sapendo, come sanno, che il mare
è pieno zeppo di morti, abbandonati a largo
a gonfiarsi, a macerare, e trascinati a fondo,
i loro volti raggelati negli spasmi. Forse così, mi fingo,
si mantiene allegro chi è giovane e gioviale:
una volta ci si bagnava nel sangue.
Io, pur all’antica, preferisco invecchiare asciutto.

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