Stamattina hanno imbrattato il busto di Vittorio Emanuele in villa. Devo dire che il volto sporco di rosso del re ha una sua efficacia simbolica nel ribadire come a fare l’unità d’Italia non è stato Garibaldi, ma il sangue di migliaia di meridionali che volevano soltanto un pezzo di terra da coltivare e in nome di un concetto astratto di “libertà” hanno subito un’invasione militare in piena regola da gente che li chiamava “affricani”. Non ci voleva la Nato per capire come vanno le cose nel mondo, bastavano i Savoia. Però, col senno di poi, aggiungo che dietro ogni atto di imbrattamento “rivoluzionario” c’è sempre un povero impiegato comunale che deve andare a pulire la vernice al posto tuo, respirando solvente sotto il sole di agosto. E va bene che fa parte del suo lavoro, ma punire lui in questo modo per fare un dispetto al mondo, non è bello e non è nemmeno tanto rivoluzionario. Mi sembra piuttosto un atto di bullismo.
2 commenti:
probabilmente quando l'italia vince i mondiali di calcio (o gli europei) l'imbrattatore sventolerà la bandiera azzurra, il colore dei savoia
Mike lenzi
bella osservazione!
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