A Napoli parte la protesta dei commercianti contro le nuove restrizioni e come prima cosa si lanciano le bombe carta e si aggrediscono i giornalisti intervenuti. Che uno lo sente e viene da chiedergli: ma come si fabbrica una bomba carta? Mica è un'attività comune. Per attività non necessaria quello si intende? "Io tenevo un negozio di bombe carta in centro e quello stronzo di De Luca me l'ha chiuso. E mo io di tutte queste bombe carta che ci faccio?"
Poesie, pensieri e fotografie di Vitantonio Lillo-Tarì de Saavedra, in arte Antonio Lillo ovvero Antonio Hammett
Visualizzazione post con etichetta bombe. Mostra tutti i post
Visualizzazione post con etichetta bombe. Mostra tutti i post
sabato 24 ottobre 2020
domenica 18 febbraio 2018
revival
Ma davvero il prossimo governo sarà conteso da Matteo Salvini – razzista e fascista ignorante che nemmeno due mesi fa la magistratura gli ha bloccato i conti del Partito e adesso contende la poltrona a quel vecchio porco di Berlusconi, che se lo scambi con Weinstein non cambi il mondo di un virgola – e da una manica di arrivisti ed ex massoni come il M5S – che dicono di essere fuori dalla politica dei partiti ma fanno esattamente politica di partito modello prima repubblica (o sei allineato o sei fuori)?
Intanto quel furbissimo di Renzi cambia registro e dice che al Sud bisogna smettere di “essere ideologici” e diventare pratici, ovvero c’è da comprarsi i voti con le promesse elettorali di aiuti per il disastro in cui viviamo – tornando indietro, quindi, ai primi anni ’90, quando il “problema” dell’Italia non era l’immigrazione ma il Sud, proprio lì dove cominciò Salvini definendoci “Terroni, ladri e mafiosi” e dove oggi c’è pure gente che lo vota.
Franceschini invoca il voto utile: “Votateci ‘contro’ di loro, perché è vero che noi non abbiamo nient’altro da dare, è anche vero che a votar loro si fa peggio. Cosa di cui mi sono convinto.
Il problema, il vero problema per me, irrisolvibile, è che se votare gli altri è come non andare a votare proprio, visto che non sarebbero “voti utili”, di che stiamo parlando? Non sono gli stessi discorsi che si facevano vent’anni fa, e trent’anni fa e quarant’anni fa? Che cazzo abbiamo fatto fino adesso? Non è come ammettere che in fondo votare non serve proprio a nulla, è solo un gioco inutile, perché non cambia nulla e siamo già in piena oligarchia. Non sarebbe forse ora di crescere e dare il loro nome alle cose? Non si farebbe prima a dire: Vedetevela voi direttamente perché alla fine io non ho voce in capitolo? O veramente si pensa che la democrazia vincerà? O che il Pd possa vincere? Certo è che in questo Paese c’è sempre posto per i miracoli, o per quella che Manzoni chiamava Provvidenza: per quanto il mondo possa andar male, ci sarà sempre qualcuno che scenderà dal cielo, anzi dalle stelle, e lo aggiusterà per te. Funziona così, ce lo ha detto il Papa.
Ecco, in pieno 2018 in Italia stiamo ancora parlando di Manzoni, Chiesa, Fascismo, Berlusconi, mafia e terroni. C’è da stare allegri. In tutto questo revival, se fino a ieri credevo che la cosa eticamente più giusta fosse l’astensionismo, il non sporcarsi le mani con la merda, oggi sono sempre più convinto che la cosa migliore sia la bomba.
Lo diceva Giorgio Bocca pochi anni fa a proposito di Napoli, ospite di Fazio a Che tempo che fa. “Cosa vuoi salvare?” diceva Bocca sprezzante, con un cinismo che probabilmente avrà terrorizzato la brava Italia dei mediocri che si guarda Fazio. Bombarda, ammazza, radi al suolo, metti a ferro e fuoco, sbriciola e bonifica ogni cosa, poi ricostruisci. Bocca si era limitato. Io estenderei la proposta all’intero Paese.
martedì 21 maggio 2013
risvegli
Fabio, nonostante sua madre si impegni a rimboccargli ogni sera con forza le coperte, ha la pessima abitudine di tirarsele intorno per avvolgersi, fino a perdersi in esse e diventare un enorme bozzolo. La mattina dopo, di fronte al letto disfatto, sua madre lo rimprovera, ma lui le chiede scusa e si fa perdonare, pronto a rifarlo di nuovo. Forse spera che nel sonno gli spuntino le ali colorate per scappare via da quella casa piena di risvegli, oppure si immagina di diventare una bomba, un portentoso bimbo-esplosivo, per chiudere la storia con un BOOM!
giovedì 7 giugno 2012
metafore sulla giustizia
Sarebbe davvero ironico, crudelmente ironico se, dopo tante marce spontanee contro le mafie, in nome di una giustizia che difenda il “nostro futuro” (i ragazzi) dal male, si venisse ora a confermare il primo movente di Giovanni Vantaggiato, il bombarolo dell’istituto Morvillo-Falcone, e cioè di una sua vendetta personale contro il palazzo di Giustizia lì vicino. Come a ribadire, metaforicamente, che a uccidere il “nostro futuro”, più ancora delle mafie, è il nostro stesso senso della giustizia, privata o istituzionale che sia, che fa persino dei nostri figli delle vittime sacrificali nello scontro giornaliero fra cittadino e sistema, fino al punto di arrivare, ai suoi estremi, all’aberrante parodia cinematografica vista a Brindisi.
Iscriviti a:
Post (Atom)