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domenica 1 dicembre 2024

e quando sono triste, non mi ascolti?

Frank Sinatra sings for Only the Lonely (1958), per quel che ne penso, è il più bel disco di Frank Sinatra, accompagnato dall'orchestra arrangiata dal grande Nelson Riddle. Il ritratto in copertina, di Nicholas Volpe, è un dichiarato omaggio all'opera I Pagliacci di Leoncavallo. Il repertorio è tutto composto da torch song, ovvero canzoni d'amore perduto (ovviamente indirizzate ad Ava Gardner), e l'intero disco è fatto per essere ascoltato e goduto esclusivamente col buio. Canzoni che parlano di bar vuoti e bottiglie svuotate, di albe che prima o poi arriveranno. Uno di quei dischi che quando lo senti già dalle prime note capisci subito che Tom Waits lo avrà consumato sul giradischi. Nel pezzo di chiusura, One for my baby, Sinatra, accompagnato dalle note indolenti del piano, canta: "Non lo diresti mai, amico mio, ma sono una specie di poeta / E ci sono un sacco di cose di cui vorrei parlarti / E quando sono triste, non mi ascolti?". Come si fa a non amarlo?

domenica 24 dicembre 2023

una triste canzone di natale (che poteva essere ancora più triste)

Negli ultimi giorni mi sono studiato la storia, assai divertente, di un celebre standard di Natale, Have yourself a Merry Little Christmas, che almeno sul mercato americano è il sesto brano pop-natalizio più inciso di tutti i tempi, e non è poco. Molto del suo fascino agrodolce deriva dalla particolare mistura fra la malinconia della musica e l’ottimismo delle parole, le quali però sono il frutto di diversi compromessi produttivi successivi alla sua composizione. La canzone venne scritta in piena Seconda guerra mondiale, da un giovane compositore di Hollywood, Hugh Martin, che per età avrebbe potuto essere chiamato sotto le armi in qualsiasi momento; venne quindi scritta con l’ansia di dover partir soldato. Gli era stata commissionata per un film innocuo con Judy Garland, Meet me in St. Louise (1944), che parlava di una famiglia che si deve trasferire dal paesino a New York e dove lei è una ragazza che ha paura di perdere i vecchi amici e il fidanzatino (Tom Drake). L’idea della partenza alla base del film stimolò la vena creativa di Martin, ma ne venne fuori una canzone talmente triste (col primo verso che diceva “Cerca di passare un felice Natale, perché potrebbe essere l’ultimo”) che la Garland si rifiutò di cantarla e la canzone rischiò di essere cestinata perché invece l’autore la sentiva così sua che non voleva modificare il testo. A tal proposito ci sono due versioni della stessa storia su come poi vennero apportate le modifiche che ne fecero il successo commerciale che è diventato. In una, raccontata da Tom Drake (il fidanzatino della Garland nel film), Drake prese Martin sottobraccio e gli fece un discorso da adulto: “Senti, questa è una grande canzone ma non fare il testardo, lavoraci ancora, modifica il testo dove serve e vedrai che diventerà un successo”. Nella seconda, riferita da Hugh Martin, c’è Drake che lo afferra per il collo della camicia e gli sbraita contro: “Brutto figlio di zoccola, chi ti credi di essere? O aggiusti quella stronza canzone o giuro che ti appendo al muro!”. Non si sa di preciso come sia andata, fatto sta che Martin ci lavorò ancora, venendo incontro alle esigenze di produzione (col testo che da pessimista diventò speranzoso: “Datti la possibilità di passare un felice semplice Natale, lascia che il tuo cuore sia leggero, l’anno prossimo tutti i nostri problemi saranno finiti”) e la canzone rimaneggiata divenne in breve tempo così famosa, catturando evidentemente lo spirito del suo tempo, che lo stesso Martin, quando poi partì soldato per davvero e si scoprì che ne era l’autore, finì nel reparto musicale della sua compagnia, e non si fece un solo giorno di combattimento: quindi, possiamo dire, che la musica gli salvò la vita. A questo punto ci sarebbe da chiedersi se la sua canzone avrebbe avuto lo stesso successo se fosse rimasta fedele alle sue intenzioni esplicitamente malinconiche. Avrebbe toccato le stesse corde del pubblico? Chissà. Fatto sta che dieci anni dopo Frank Sinatra lo ricontattò perché voleva incidere una sua versione della stessa canzone, ma ritenendola ancora troppo triste, gli chiese di addolcirla ancora un poco, e Martin che aveva capito la lezione, seppur a malincuore rimise mano al testo. Così, coi diritti d’autore derivatigli da tutto questo lavoro che ha trasformato la sua canzone di Natale in un successo internazionale, ci ha campato il resto della sua vita.

lunedì 2 ottobre 2023

capitano tutte a me

Non lo sapevo, la prima versione assoluta di questo standard bellissimo, amato più di tutti da Massimo Urbani, è stato incisa dall'orchestra di Tommy Dorsey con un giovanissimo (25 anni) Frank Sinatra alla voce. Poi l'avrebbe fatta sua Chet Baker, anche se la prima versione che ho mai sentito era in un disco di Charlie Parker con una sezione d'archi che ho comprato dopo aver visto Bird, il film di Clint Eastwood (erano gli anni Novanta e ancora si compravano i dischi, anzi nel mio caso le cassette). Viene cantata più di recente anche in un film di Woody Allen (A Rainy Day in New York), ma le versioni che preferisco (almeno fra quelle che ho sentito) sono quella al piano solo di Thelonious Monk e un'altra live, monumentale, di Art Pepper, registrata un anno prima della sua morte.

giovedì 3 giugno 2010

viaggio in olanda in otto scatti

















Le foto sono di Clè (la brunetta), meno la quarta (di Francesco, er ricciolone romano!) e la terza e le ultime due (mie).

sabato 23 gennaio 2010

una canzone per paolo vites

A quanto raccontano Nobody loves you when you’re down and out, di John Lennon, venne scritta in origine pensando a Frank Sinatra che però, non se ne conoscono i motivi, ascoltato il nastro declinò l’offerta. Chissà, forse la sentiva troppo personale. Già dal primo ascolto, infatti, la si può ritenere la cosa più amara del catalogo di Lennon. Composta alla fine del 1973, durante il weekend perduto (di cui si è già parlato), venne poi pubblicata con un accompagnamento di fiati alla Phil Spector per chiudere Walls and Bridges, 1974, ultimo album di canzoni originali a firma del solo John, qui, per la prima è unica volta, solo per davvero, senza i Beatles e senza Yoko Ono ma con in mano una bottiglia. Si sente.



NESSUNO TI AMA (QUANDO SEI TRISTE E STANCO)

Nessuno ti ama quando sei triste e stanco
Nessuno ti vede quando sei al settimo cielo
Ognuno si sbatte per i suoi quattro soldi
Grattèrò la tua schiena e tu gratterai la mia
Sono stato dall’altra parte del muro
Ti ho mostrato ogni cosa, non ho niente da nascondere
Eppure mi chiedi ancora se ti amo
Cosa significa? Cosa significa?
Tutto quel che posso dirti è
È solo show business
Tutto quel che posso dirti è
È solo show business
Nessuno ti ama quando sei triste e stanco
Nessuno ti conosce quando sei al settimo cielo
Ognuno si sbatte per i suoi quattro soldi
Gratterò la tua schiena e tu pugnalerai la mia
Ho attraversato i mari così tante volte
Ho visto lo stregone con un occhio solo guidare il cieco
Eppure mi chiedi ancora se ti amo
Cosa dici? Cosa dici?
Ogni volta che cerco di affrontare la cosa
Mi sfugge di mano
Ogni volta che cerco di affrontare la cosa
Mi sfugge di mano
Mi alzo la mattina e guardo nello specchio per vedermi
Poi mi stendo nel buio e so che non riuscirò a dormire
Nessuno ti ama quando sei vecchio e grigio
Nessuno chiede di te quando sei sottosopra
Ognuno è felice per il suo compleanno
Tutti ti amano quando sei sottoterra

giovedì 31 dicembre 2009

per chiudere l'anno in bellezza

E per chiudere l’anno in bellezza uno dei miei pezzi preferiti che però, dato il contenuto, tiro fuori dalla manica solo nelle grandi occasioni, e questa mi sembra una grande occasione. Fra pochi giorni ne compio 33, comincia il mio periodo messianico in cui me ne andrò in giro per le piazze a diffondere il verbo, e cioè che l’amore è la risposta. Perlomeno l’amore degli altri. A Pasqua poi mi crocifiggeranno sul cupolone della chiesa del Luogo Rotondo e più che a Gesù mi vedo simile a Villaggio nel secondo tragico Fantozzi. Per intanto godiamoci la canzone. L’ha scritta Frank Sinatra nei primi anni ’50, ispirato dalla sua tormentata relazione con Ava Gardner, e devo dire che solo per questa, se anche non avesse fatto nient’altro, meriterebbe di entrare negli annali della musica mondiale. È un brano bellissimo e triste e sincero fino alla follia, appunto. Nessuno vorrebbe mai viverle delle storie così eppure, senza, un artista poi di cosa scriverebbe? Come potrebbe mai esprimere al massimo il proprio sentimento? Inappagato, Sinatra ci fece un intero album di canzoni così, che molti considerano il suo capolavoro e intitolato In the wee small hours, da ascoltare solo se si ha il cuore tormentato dalla notte. Conosco bene la sensazione, perché l'ho vissuta a lungo. E infatti anche il mio libro è pronto. Ora devo solo trovare un editore. Il nuovo anno comincerà per me all’insegna di una ricerca, non proprio spirituale ma va bene così.
Ava Gardner disse di quella storia: “È stato l’amore della mia vita. A letto eravamo grandi. Era sulla via del bidet che di solito cominciavano i problemi.” I'm a fool to want you dice in fondo le stesse cose in maniera un po’ più romantica. Questa qui sotto è una versione del 1957. Mentre ve ne linko qui un'altra altrettanto bella, più bluesy, di Billie Holiday. Meglio l’anno non poteva finire. Se poi vi chiedete se ci sono secondi fini o messaggi subliminali nelle mie scelte musicali (come in effetti mi è stato fatto notare) beh io vado a istinto. Magari sarebbe più utile rivolgersi al dottor Freud, no?



SONO UN PAZZO A VOLERTI

Sono un pazzo a volerti
Sono un pazzo a volerti
A volere un amore che non può essere vero
Un amore che è lì anche per altri
Sono un pazzo a tenerti
Così pazzo a tenerti
Per chiedere un bacio che non è solo mio
Per condividere un bacio che il diavolo ha conosciuto
Tante e tante volte ho detto di lasciarti
Tante e tante volte sono andato via
Ma poi arriva il momento che ho bisogno di te
E una volta ancora devo ripetere queste parole
Sono un pazzo a volerti
Abbi pietà, ho bisogno di te
So che è sbagliato, deve essere sbagliato
Ma giusto o sbagliato non posso andare avanti
Senza te