Frank Sinatra sings for Only the Lonely (1958), per quel che ne penso, è il più bel disco di Frank Sinatra, accompagnato dall'orchestra arrangiata dal grande Nelson Riddle. Il ritratto in copertina, di Nicholas Volpe, è un dichiarato omaggio all'opera I Pagliacci di Leoncavallo. Il repertorio è tutto composto da torch song, ovvero canzoni d'amore perduto (ovviamente indirizzate ad Ava Gardner), e l'intero disco è fatto per essere ascoltato e goduto esclusivamente col buio. Canzoni che parlano di bar vuoti e bottiglie svuotate, di albe che prima o poi arriveranno. Uno di quei dischi che quando lo senti già dalle prime note capisci subito che Tom Waits lo avrà consumato sul giradischi. Nel pezzo di chiusura, One for my baby, Sinatra, accompagnato dalle note indolenti del piano, canta: "Non lo diresti mai, amico mio, ma sono una specie di poeta / E ci sono un sacco di cose di cui vorrei parlarti / E quando sono triste, non mi ascolti?". Come si fa a non amarlo?
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