Le cose più intense e ammirevoli dei Tg di questi giorni, pur nella tragedia da cui sono scaturite, sono state le reazioni così composte e piene di dignità e di pensiero sì di Gino Cecchettin, ma anche di Yehia Elgaml – che per la stampa pare non avere altro nome che “padre di Ramy”, ma che meriterebbe altrettanta attenzione. Sono due persone diversissime per provenienza e cultura, accomunate dalla perdita dei rispettivi figli per cause violente, eppure non una sola parola di vendetta è venuta da loro, non una di rabbia. Spesso gli esempi di più alta civiltà vengono dai parenti delle vittime e ogni volta ci si stupisce di come fanno, ci si interroga su cosa faresti tu al loro posto. Guardandoli, viene da chiedersi se siano l’eccezione che conferma la regola nella generale barbarie che avanza, oppure sperare che non siano soli, e che rappresentano ancora il meglio di questa società, la parte invisibile e civile che non si arrende ai peggiori istinti (quelli che darebbero fuoco alla città per rappresaglia), ma che proprio per questo non fa notizia e non finisce in Tv finché non viene macchiata dal sangue.
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