Qualcosa evidentemente si sta incrinando nel velo di copertura di Israele, se all’improvviso la parola “genocidio” viene rilanciata in Tv e per bocca di organizzazioni internazionali. Oggi il Tg si apre con la notizia di Amnesty International che la usa, pur fra mille polemiche, per condannare Israele. È uno strano cortocircuito questo: molti non lo sanno ma la parola “genocidio” è una parola giovane, l’ha coniata un giurista ebreo dopo la seconda guerra mondiale, prima non esisteva un termine per definire certi crimini, ed ecco che così una parola contiene al suo interno tutta la storia recente di un popolo, il suo stigma secolare e la sua colpa. Ci pensavo anche alla fine del Tg, quando un altro servizio ha riportato la denuncia di Legambiente per cui in Italia ogni 18 minuti si commette un reato contro l’ambiente a opera delle ecomafie. 900.000 reati contro l’ambiente denunciati negli ultimi 30 anni, 84 reati al giorno solo nel 2023. La maggior parte dei reati contro l’ambiente sono realizzati dalle mafie nei propri territori di appartenenza (Campania, Sicilia, Calabria, Puglia, Lazio), nell’omertà più assoluta e in spregio alla salute della propria gente, degli amici, delle famiglie. Se pensate che le colpe degli Ebrei siano peggiori delle nostre, andate nella Terra dei cinque fuochi e chiedete quanta gente muore di tumore a causa di questo schifo. Ecco, la parola “mafia” è una parola italiana, coniata in Sicilia e rilanciata dopo l’Unità, quindi relativamente giovane, esattamente come “fascismo” che è nata a Milano; ma mentre la seconda ha avuto nell’ultimo secolo degli alti e bassi, la parola “mafia” si è talmente radicata nella nostra essenza da condizionare molti comportamenti sociali, la nostra politica, il nostro stesso guardare allo Stato come qualcosa che non ci riguarda, che anzi ci è ostile o d’intralcio, nel dispregio per le regole e per gli altri, per la cosa pubblica. Si è talmente radicata in noi questa parola che è una delle prime a cui si pensa quando si parla d’Italia, Italia = mafia. Esattamente come “genocidio”, la parola “mafia” chiude il cerchio sulla nostra essenza: un poco stigma e un poco colpa di cui ci macchiamo verso il mondo.
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