Il mondo cambia e i lavori cambiano, questo si sa, così leggo post (sotto Natale!) di librerie in difficoltà, altre che chiudono e sulle prime penso che da una parte è forse un cambiamento fisiologico del mercato, visto l'aumento esponenziale del commercio online, poi mi torna in mente che siamo uno dei paesi fra i più ignoranti d'Europa, dove la gente legge sempre meno, capisce sempre meno, si imbarbarisce sempre di più; e forse il problema, mi dico, non è solo l'online, ma il fatto che semplicemente quando si parla di libri la gente non capisce più di che parliamo e a cosa servono. Questo sarebbe già di per sé abbastanza brutto, se non avessi letto subito dopo i risultati di un'inchiesta dove si dice che la forma di industria in maggior crescita oggi nel mondo non è quella legata alla guerra, come qualcuno sostiene, ma quella della prostituzione, o detto più elegantemente sex work: insomma, si legge di meno e ci si vende di più (soprattutto le donne e i minori, dal vivo oppure in rete), in un mondo sempre più sclerotizzato, dove da una parte si sessualizza qualsiasi cosa, persino l'allattamento materno, bombardandoci ogni secondo di video o vignette o battute volgari, dall'altra si assiste a scoppi di rabbia mediatica o si fanno dimostrazioni in piazza e grandi discorsi indignati contro la violenza di genere, dove spesso si punta il dito contro i mostri di turno senza capire bene cosa c'è dietro. E magari sarebbe più utile tornare a leggere Le relazioni pericolose.
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